Pubblicate le FAQs del Garante riguardanti le Linee Guida in materia di conservazione delle password
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Il Garante per la protezione dei dati personali ha reso pubbliche le FAQs relative alle Linee guida in materia di conservazione delle password, in cui dettaglia l’ambito di applicazione oggettivo e soggettivo delle Linee guida summenzionate e fornisce brevi indicazioni operative in caso di data breach.
A cura di Avv. Alessia Lipari e Avv. Claudia Bacchiocchi
Il 1° marzo 2024 il Garante ha pubblicato le risposte alle domande più frequenti in tema di conservazione delle password.
Come si ricorderà, le Linee Guida in merito erano state pubblicate il 7 dicembre 2023 ed erano il frutto del lavoro congiunto con l’ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Particolarmente rilevanti i criteri che stabiliscono il perimetro dei soggetti che sono tenuti ad adottare adeguate misure tecniche di protezione delle password.
Il Garante individua delle condizioni al ricorrere delle quali è raccomandato il potenziamento della protezione delle password:
- trattamenti riguardanti le password di un numero elevato di soggetti, in termini assoluti o in percentuale della popolazione di riferimento a livello locale, regionale e nazionale
- trattamenti riguardanti le password di accesso a banche dati di particolare rilevanza o dimensioni (es. dipendenti di pubbliche amministrazioni o grandi imprese od organizzazioni)
- trattamenti riguardanti le password di utenti che sistematicamente trattano dati particolari o giudiziari (es. professionisti sanitari, avvocati, magistrati).
Si aggiungono, poi, a tale elenco: soggetti, pubblici e privati, che erogano servizi di conservazione dei documenti informatici a favore di terzi; Enti e istituti di ricerca pubblici di rilievo nazionale; Federazioni nazionali, Ordini, Collegi e Consigli professionali; Università e Istituti di istruzione universitaria; strutture sanitarie pubbliche e private; società e aziende che forniscono servizi ICT.
Si segnala l’importanza di quanto dichiarato all’interno della risposta alla domanda n. 3, in materia di utilizzo di autenticazione a più fattori.
Secondo il Garante, le linee guida in materia di funzioni crittografiche per la conservazione delle password si applicano anche in caso di utilizzo di una procedura di autenticazione a più fattori (c.d. strong authentication), perché rimane la necessità di proteggere gli utenti dal momento che questi ultimi potrebbero utilizzare la stessa password, o una simile, per l’accesso ad altri sistemi informatici o servizi online che non necessariamente prevedono procedure di autenticazione informatica a più fattori.
Particolare attenzione merita quanto ricordato nella FAQ n. 6, che riprende le Linee guida EDPB 01/2021: tra i più importanti vantaggi derivanti dall’adozione di tecniche crittografiche per proteggere le password degli utenti, vi è il fatto che, in caso di data breach che colpisca le parole chiave, se sono state adottate tecniche crittografiche allo stato dell’arte per proteggere le password degli utenti e non sono state coinvolte anche altre tipologie di dati personali, la violazione può non presentare rischi per i diritti e le libertà degli interessati e quindi può non essere obbligatorio notificarla al Garante e comunicarla agli interessati coinvolti (artt. 33 e 34 del Regolamento (UE) 2016/679), fermo restando che la violazione deve essere comunque adeguatamente documentata (art. 33, par. 5, del Regolamento (UE) 2016/679).